Franco Maria Ricci è stato un protagonista fuori dal comune nel panorama artistico del novecento italiano. Editore, designer, collezionista d’arte, bibliofilo, ha curato e pubblicato cataloghi e libri venduti in tutto il mondo. Nato a Parma da genitori aristocratici, decise di coltivare il proprio interesse scientifico e si laureò in geologia, per poi intraprendere una breve carriera per una ditta petrolifera all’estero. Il ritorno in Italia segnò il suo ingresso nel mondo dell’editoria d’arte, con progetti e percorsi visionari come la ristampa del Manuale Tipografico di Giambattista Bodoni, della grande Encyclopédie di Diderot e D’Alembert o del Codex Seraphinianus di Luigi Serafini.
L’amicizia fra Franco Maria Ricci e lo scrittore argentino Jorge Luis Borges è però lo scintilla di un progetto ancora più incredibile che ha preso vita nella campagna di Fontanellato, nei pressi di Parma: i due, da sempre, fantasticavano sul simbolo del labirinto, inteso come condizione umana, e nel giugno 2015, dopo decenni di studi e ricerche, l’idea si è concretizzata con apertura al pubblico del Labirinto della Masone.
Esteso su otto ettari di terreno che ospita una collezione d’arte, una biblioteca destinata ai più illustri volumi di tipografia e grafica, una cappella a forma piramidale, una piazza di duemila metri quadri destinata a concerti ed esposizioni, oltre a un ristorante curato dallo chef Andrea Nizzi. Per la costruzione ci sono voluti anni, anche per l’impegno economico che l’operazione comportava, e il punto di svolta è arrivato casualmente, grazie al bambù, una pianta che non si ammala, non si spoglia d’inverno e assorbe grandi quantità di anidride carbonica. Ne sono stati piantati più di 200.000 esemplari, di venti specie differenti, dalle nane alle giganti, e oggi rappresentano lo scheletro di un luogo multiforme e originale. Ispirato alle forme del labirinto romano, con angoli retti e una suddivisione in quartieri, il percorso è animato da piccole trappole, fra bivi e vicoli ciechi, che portano il visitatore a perdersi in un’esperienza immersiva in una dimensione senza tempo, comunque in piena sicurezza e tranquillità. Ad arricchire la permanenza c’è l’opportunità di visitare la ricca collezione d’arte, con quattrocento opere fra pitture, sculture e oggetti artistici, capaci di rispecchiare l’incredibile eclettismo del suo collezionista, fra sculture neoclassiche e nature morte d’epoca napoleonica, fino alla pittura romantica e popolare dell’Ottocento. A disposizione per chi volesse soggiornare anche due Suites, curate con gusto in grado di soddisfare gli amanti del lusso e del comfort, fra arredi raffinati, decorazioni e opere d’arte originali.
Come afferma lo stesso Franco Maria Ricci in un’iscrizione all’ingresso del Labirinto, “Esiste un rito sociale che i francesi chiamano tour du propriétaire, il giro del proprietario”: si ricevono gli ospiti, li si mette a loro agio, poi li si accompagna nella visita dei propri possedimenti. Il compiacimento che si prova, facendo da guida, è la spia di un desiderio profondo: illustrare, attraverso un luogo, un po’ di noi stessi e della nostra storia.” Parole che dicono che lo spirito del fondatore è ancora presente nel Labirinto della Masone.
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