“Dare il giusto peso a ciò che ci rende felici, opponendosi a uno stile di vita improntato sulla velocità e la frenesia.” Questo in sintesi il pensiero che spinse nell’ormai lontano 1986, Carlo Petrini a fondare, in quel di Arcigola (Piemonte), l’associazione Slow Food. Filosofia alla base del primo manifesto programmatico che portò alla nascita del «Movimento per la tutela e il diritto al piacere». Fin dall’inizio, l’associazione, divenuta internazionale nel 1989, si è contraddistinta per le numerose iniziative legate alla convivialità e alla valorizzazione della storia e cultura dei territori, compresa la gastronomia.
In sintesi, agricoltura all’insegna della sostenibilità (ambientale e sociale), educazione al gusto e all’alimentazione consapevole e organizzazione di eventi di successo come il Salone del Gusto e Terra Madre, nonché la creazione dell’Università di Scienze Gastronomiche. Iniziative che hanno segnato il successo di Slow Food rendendolo di fatto un brand di successo sotto la cui egida sono nati altri numerosi progetti. Tra questi, forse il più impegnativo, è stato il restauro della splendida area dell’Agenzia a Pollenzo. Stiamo parlando di uno dei borghi più suggestivi del nord Italia, iscritto nel Patrimonio Mondiale Unesco, che sorge nel cuore di un territorio unico al mondo composto dalle verdeggianti colline di Langhe e Roero.
Un luogo in cui bellezza paesaggistica e storia (Pollenzo era una antica città romana), si fondono in unicum inestimabile capace di attrarre la preferenza persino di un Re. Era il 1883, infatti, quando Carlo Alberto di Savoia, decise che qui sarebbe sorta una delle tenute sabaude più prestigiose ma soprattutto l’Agenzia: un polo economico con un centro di ricerca per il miglioramento della redditività agricola. A tal fine ristrutturò il castello che dominava il borgo medievale e tutte le strutture esistenti nel territorio circostante, in alcuni casi rifondandole da zero. È indubbio che per molti anni l’Agenzia svolse in modo autorevole il compito per il quale era stata concepita, come quando nel 1843 ospitò la Primaria Adunanza Generale della Associazione Agraria, alla quale parteciparono illustri scienziati e agronomi al fine di discutere gli aspetti economico-gestionali, tecnico-produttivi e sociali che la struttura si poneva come obiettivi.
Purtroppo, si sa, non sempre il tempo è galantuomo e le alterne vicende delle guerre portarono a un decadimento architettonico del complesso. Fin quando, appunto, Petrini e Slowfood non decisero di intervenire e trasformare l’intera area in un centro di riferimento per la cultura enogastronomica e per la politica dell’alimentazione di qualità a livello internazionale. Grazie a capitali raccolti da azionisti pubblici e privati, nel 2000 iniziarono i lavori di recupero, realizzati mantenendo inalterati i caratteri architettonici e storici del complesso. Conclusi i lavori, dal 2004, Pollenzo ospita ancora la sede della prima Università di Scienze Gastronomiche al mondo, la prestigiosa Banca del Vino e l’Albergo dell’Agenzia.
Quest’ultimo, rappresenta forse la summa dei valori fondanti di Slow Food. La struttura è immersa in un parco in stile giardino romantico inglese, originariamente disegnato dall’architetto Xavier Kurten. Qui gli ospiti possono vivere una vera full immersion nel verde e rinfrancare oltre che lo spirito il corpo, grazie ad attrezzature e percorsi fitness che si articolano tra meravigliosi roseti, prati, vialetti e che toccano vere attrazioni come la Ghiacciaia sabauda, l’area archeologica romana, l’orto didattico e il ricco frutteto dell’Università di Scienze Gastronomiche. Passando all’edificio che ospita l’albergo, ciò che incanta è l’attenta scelta dei materiali che richiamano, quando non originali, quelli dell’epoca albertina. Anche gli interni sono stati concepiti per richiamare la tradizione del posto, tra accoglienti pavimenti in cotto e eleganti soffitti di legno a cassettone, marmi e raffinati arredi in pelle Frau.
47 le camere e le suite a disposizione dei clienti (altre 23 si possono trovare nell’albergo La Corte Albertina, un tre stelle ricavato in un edificio poco distante dall’Agenzia) ognuna delle quali porta il nome di un prestigioso cru di Barolo, Barbaresco o Roero. Punta di diamante della struttura, il ristorante Garden, che oltre a offrire ingredienti freschissimi acquistati ogni giorno dai produttori locali, prodotti dei Presìdi Slow Food e prestigiose etichette della vicina Banca Del Vino, incanta per la splendida vista offerta da un dehor a vetrate che permette di immergersi nelle suggestioni del parco reale durante tutto l’anno. Naturalmente in questo paradiso del buon vivere non poteva mancare anche una proposta benessere all’altezza.
L’area “Slow Beauty” propone percorsi sensoriali che comprendono massaggi e trattamenti a base di tartufo, nocciole, lavanda e zafferano; un bagno turco in muratura e una vasca idromassaggio. La preparazione giusta per un bagno rilassante nella grande piscina riscaldata antistante l’albergo, o magari prima di una dura sessione nella palestra interna dotata di attezzature di ultima generazione. Insomma, la scelta ideale per una vacanza da affrontare con la dovuta “lentezza”.
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