Un milione di visualizzazioni raggiunte in pochi giorni e un’eco mediatico che ha rimbalzato dai social alla carta stampata. Le Mythe Dior, il film esclusivo che ha presentato al grande pubblico la collezione Autunno-Inverno 2020/2021 della casa di moda Dior, firmata dalla stilista Maria Grazia Chiuri, è stato un successo planetario. Le suggestioni preraffaellite delle giovani donne che si rincorrono, il ragazzo che si rispecchia nell’acqua come il Narciso di Caravaggio o la donna statuaria e glaciale che imita una Sirenetta marmorea, sono la cifra stilistica che il regista Matteo Garrone ha scelto per raccontare una collezione che esalta la bellezza, la natura, il sogno e il fantastico.
A contribuire alla dimensione sospesa di questo cortometraggio d’autore, c’è senza dubbio anche la scelta di una delle location principali, i Giardini di Ninfa, riserva eccezionale di otto ettari ai piedi dei monti Lepini, il cui clima permette la perfetta convivenza di flora mediterranea, aceri giapponesi, noci americane, yucca sudamericana e tante altre specie di piante provenienti da ogni parte del mondo.
La storia di Ninfa, piccolo centro agricolo di origine romana, è strettamente legata alle vicende della potente Famiglia Caetani, che la ingrandì con la costruzione di ben sette chiese, oltre 150 abitazioni, due mulini per cereali, mura di cinta e un palazzo con una robusta torre. Investita e travolta da lotte fratricide, la cittadina fu completamente distrutta e abbandonata nel 1382, con la malaria capace di spazzare via anche i pochi contadini rimasti, al punto di guadagnarsi il titolo di “Pompei del medioevo”. È solo nel secolo scorso che prese il via un’azione di bonifica della zona e un recupero botanico, capace di sviluppare un giardino ricco di migliaia di piante che da marzo a novembre è aperto al pubblico, anche se è richiesto il preacquisto del biglietto: durante la gradevole passeggiata i profumi delle aree coltivate si mischiano alla sorpresa di scoprire piante provenienti praticamente da tutto il mondo.
I corsi d’acqua, i ruscelli e il fiume sono il segreto di questo delicato equilibrio ambientale, che ospita fino a 1300 specie vegetali, dai meli ornamentali all’agrifoglio, dagli aceri ai ciliegi e le magnolie, dalle tante varietà di rose ai glicini, le ortensie e gli splendidi bambù. Per chi arriva per la visita, il consiglio è di abbinare anche una visita al vicino Castello Caetani di Sermoneta, altra testimonianza della presenza della famiglia sul territorio a partire dal 1297, quando a Pietro Caetani, conte di Caserta, per intercessione dello zio Papa Bonifacio VIII, fu concessa la proprietà dei territori di Sermoneta, Bassiano, San Donato e Ninfa. Alla ricchezza dei Caetani si devono grandi opere di costruzione e ampliamento, ma con il declino del loro potere iniziò un lento abbandono del castello che venne devastato, saccheggiato e trasformato in un magazzino. Finché la famiglia non decise di riportarlo allo stato originale tramite imponenti lavori di restauro che hanno rilanciato l’interesse culturale e turistico.
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