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    Home»Rubriche»Food»Biologico calabrese: Ceraudo azienda agricola stellata
    Food

    Biologico calabrese: Ceraudo azienda agricola stellata

    Giorgio J.J. BartolomucciBy Giorgio J.J. BartolomucciFebbraio 2, 2023Updated:Febbraio 2, 2023Nessun commento4 Mins Read
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    Il 26 novembre di ogni anno, in tutto il mondo, si celebra la giornata mondiale degli ulivi, proclamata dall`Unesco per riaffermare il ruolo economico, ambientale, culturale e salutistico della produzione dell’olio di oliva, pilastro fondamentale della dieta mediterranea. Il patrimonio italiano di 250 milioni di piante è ogni anno minacciato da fattori esterni e climatici, che hanno un impatto evidente anche sulla produzione nazionale. Nel dettaglio, la regione calabra ospita più di 25 milioni di alberi per oltre 100 varietà di olive, un vero tesoro di biodiversità che viene ancora valorizzato dalle numerose aziende del territorio.

    Un esempio è l’Azienda Agricola Ceraudo, a Strongoli Marina sul Mar Ionio, che su 38 ettari ospita ben 7400 piante per un potenziale produttivo di 400 quintali di olio. Non si tratta dell’unica attività cui i Ceraudo si dedicano, considerata la naturale vocazione alla coltura della vite fra predisposizione del terreno, vicinanza al mare e ottima escursione termica tra il giorno e la notte: sono 20 gli ettari coltivati a vigneti per la prima produzione biologica in assoluto di tutta la Calabria.

    Caterina Ceraudo

    L’iniziativa nasce quasi per caso. Il fondatore, Roberto Ceraudo, negli anni ‘80, dopo aver superato una brutta intossicazione da pesticidi decide di convertire tutta la propria produzione agricola a un regime totalmente biologico. Il luogo in cui si trova l’azienda è conosciuta come Dattilo, dal nome di un antico Dio della mitologia della Magna Grecia: lo stesso nome assegnato al ristorante, guidato in cucina da Caterina Ceraudo, che nel 2011 ha ottenuto la Stella Michelin, poi un riconoscimento della stessa guida come “Migliore Chef Donna 2017” e infine la Stella Verde nel 2019, a testimonianza dell’approccio ecosostenibile seguito negli anni.

    Fra autoproduzione delle materie prime, biodiversità e approvvigionamento energetico, il ristorante è espressione diretta del suo territorio, in un apprezzato mix di semplicità e stile mediterraneo, professionalità e accoglienza. La stessa filosofia che ha animato il rinnovamento della cantina, fra nuovi strumenti e processi di vinificazione, per un risultato di evidente impatto sulla qualità dei vini, che spiega il crescente numero di enoturisti che visitano l’azienda agricola. Gli ospiti possono anche decidere di trattenersi e soggiornare nell’agriturismo: vigneti e uliveti si sviluppano intorno al nucleo centrale che è costituito dal caseggiato baronale del 1600, un complesso residenziale, la cantina, il frantoio e una piccola chiesetta. Gli interventi di ristrutturazione hanno permesso di trasformare alcuni di questi ambienti, in ampi e confortevoli appartamenti. Le scelte stilistiche delle camere sono ricercate ma comunque in linea con l’identità della campagna calabrese: ceramiche, resina, marmo, il tutto giocato sui colori del grigio, del bianco e del rosso scuro, come la terra che circonda la tenuta.

    Al risveglio l’ospite può godere della colazione gourmet firmata personalmente dalla chef, con preparazioni espresse che spaziano dalla frutta di stagione del frutteto ai succhi biologici di produzione interna, fino alle marmellate studiate apposta per le fette biscottate artigianali prodotte e commercializzate dalla stessa Caterina Ceraudo. Durante il soggiorno, per chi non volesse spingersi fino al mare, distante solo due chilometri, è a disposizione una grande piscina immersa in un’oasi di alberi di olivo e da frutto. Su prenotazione è possibile fare passeggiate a cavallo, uscite in barca a vela, praticare yoga e trekking guidato, oltre a potersi abbandonare al Forest Bathing nella vicina Oasi Naturale del Pantano, un percorso di 3 km circa a contatto con la boscaglia naturale tra pini domestici, paglianiti, olmi, eucalipti, acacie, agavi, querce, pioppi bianchi, salici. Ma per tornare alle radici bisogna volgere lo sguardo verso gli olivi, passeggiando fra i quali ci si potrà imbattere in un esemplare che secondo gli studi dovrebbe avere oltre 1200 anni, al punto da essere considerato il più vecchio in Europa. Un delicato abbraccio potrebbe essere fra le esperienze più memorabili di tutto il soggiorno.

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    Calabria Ceraudo
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    Giorgio J.J. Bartolomucci
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    Caporedattore della rivista Area Wellness

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