Avete presente la famosa scena di Bastardi Senza Gloria in cui la coraggiosa Shosanna invita nel suo cinema i generali nazisti alla proiezione del film-propaganda Orgoglio della nazione? Tra champagne e abiti da sera la ragazza riesce a vendicarsi chiudendoli tutti in sala e facendone un gran falò. Scena epica. Chi tra di noi non ha esultato, chi non avrebbe voluto abbracciare la protagonista che, con il suo piano temerario, ristabiliva la Giustizia dopo anni di soprusi e persecuzioni?
Ebbene una scena molto simile si è svolta nella realtà, in quegli stessi anni, ed è accaduta alla Torre di Bellosguardo. Questo luogo magnifico, da togliere il fiato, arroccato sul punto più bello e panoramico della collina dove hanno vissuto intellettuali, artisti, musicisti ed esponenti della nobiltà internazionale, è stato il palcoscenico di un episodio altrettanto drammatico. Negli anni ’40 vi abitavano il barone Giorgio Franchetti e la sua sposa Marion Hornstein, baronessa di Baviera, che nel 1913 aveva acquistato la Torre di Bellosguardo. Tra gli anni 20 e 40 Marion fu la musa ispiratrice di un cenacolo di nobili e letterati che provenivano da tutta Europa. Amante delle arti e della pittura del Rinascimento, qui costituì un punto di appoggio e di convergenza culturale fortissimo. Fu proprio durante gli anni dell’occupazione nazista che la Torre conobbe lo stesso destino comune a molte ville fiorentine che furono requisite per diventare dei quartieri generali. Si racconta che i Generali tedeschi invitassero tutte le sere la Baronessa ma che lei non si presentasse mai. Una sera si fece annunciare e così, nello stupore e compiacimento generale dei militari, si presentò in abito da sera, bella e fiera, chiedendo la parola per rivolgere a Hitler un augurio speciale. Davanti a decine di Nazisti brindò alla morte del Führer. Fu presa e portata fuori dalla villa per essere fucilata. Il marito e il figlio, nell’estremo tentativo di salvarla, giustificarono questo atto scellerato con l’età della baronessa. Ma si sa, i Nazisti non dimenticavano né tantomeno facevano sconti per cui fu deportata in un altro quartier generale dove torturavano i prigionieri, da dove la baronessa riuscì però a fuggire, attraversando di notte la città durante le ore del coprifuoco, col rischio di essere ricatturata e uccisa. Pare che quando i Nazisti la videro tornare al mattino, si convinsero definitivamente della sua follia: solo una folle infatti sarebbe tornata nel luogo in cui rischiava la fucilazione e così la lasciarono rientrare nelle sue stanze.
In quelle stanze vivono ancora oggi i discendenti della famiglia Franchetti, il cui albero genealogico regala un viaggio nelle professioni e passioni più disparate e affascinanti. Citiamo solo alcuni dei membri della famiglia perché l’elenco sarebbe ben più lungo. Giorgio Franchetti fu mecenate e collezionista d’eccezione e si deve a lui il restauro della Ca’ d’Oro di Venezia e i disegni per la pavimentazione della Basilica di San Marco. Carlo Franchetti realizzò la prima funivia di Cortina, mentre Raimondo Franchetti è stato uno degli esploratori italiani più famosi del XX secolo.
Entrando a Bellosguardo si percepisce il profondo legame dei proprietari con questo luogo, vissuto con intima riservatezza, dove tutti i giardini hanno un nome, dove il parco ha ancora una voliera nella quale, fino al secolo scorso, vivevano specie rarissime di uccelli tropicali, dove nel giardino, realizzato sui disegni del barone Amerigo, si alternano specie botaniche di fiori e piante e alberi secolari maestosi. Quando si oltrepassa il cancello del parco lo sguardo viene subito rapito dal panorama, uno dei più suggestivi e struggenti che abbia mai visto della mia città. A fianco si erge la villa cinquecentesca, sulla cui facciata troneggia la splendida statua della Carità del Poccetti che ha affrescato anche le sale interne.
Saranno proprio i marchesi Roti Michelozzi, che danno il nome alla via in cui si trova la Villa, che nel 1500 amplieranno la pianta della torre, trasformandola in stile rinascimentale fiorentino. Ancora oggi la Torre di Bellosguardo conserva questa identità storica; è un albergo ma senza boutiques di lusso al suo interno, non ci sono ascensori avveniristici, non ci sono camerieri che corrono ovunque. Gli ambienti e gli arredi sono quelli di una nobile casa d’epoca, il silenzio e la tranquillità fanno da sottofondo a un patrimonio storico e artistico di inestimabile valore, come la sala della musica. Le stanze messe a disposizione della clientela sono 16, una in particolare gode di una vista a 360 gradi su Firenze, è la stanza della ‘torre’. Per raggiungerle si attraversano saloni e si salgono scale in pietra serena. Tutte molto spaziose, ripropongono al loro interno un arredo molto curato e in stile, offrendo una vista mozzafiato sulla città e la campagna circostante. Nel parco della villa una bellissima piscina consente di riposarsi e prendere il sole mentre si sorseggia un aperitivo, volgendo lo sguardo su Firenze, così vicina che sembra quasi di poterla toccare! Tutto intorno è pace e il tempo rallenta fino a scomparire. Splendida anche l’elegante limonaia, con le sue pareti in vetro, immersa nel verde lussureggiante dei giardini che si susseguono e che conducono alla tenuta dove da qualche anno è nata una piccola fattoria con un orto biologico che regala frutta e verdura freschissime per colazioni e snack. Simpatici animali da cortile, tre asinelli, il pony, anatre e galline, conigli e caprette sono la gioia dei bambini.
Gli ospiti a Bellosguardo possono anche dilettarsi in lezioni di cucina, organizzate da Ana Franchetti, padrona di casa e cuoca eccezionale. Le lezioni hanno luogo nella pittoresca cucina e qui insieme a lei si attraversano tutte le fasi di preparazione della pasta fatta in casa, della lievitazione del pane, della preparazione di un risotto o di dolci e arrosti: insomma praticamente qualsiasi cosa si abbia voglia di imparare. Per alcuni anni la villa è stata sede di una università americana. I ricordi di chi ha studiato qui sono talmente forti che gli ex-studenti di allora tornano ancora oggi con i figli e i nipoti per rivivere giorni indimenticabili. La fama di Bellosguardo si è propagata talmente che vi trascorrono le loro vacanze anche personaggi famosi, che si dilettano a scrivere o disegnare affettuose testimonianze delle loro giornate fiorentine sul famoso Guest Book della villa. La prima dedica porta la data del 1920 ed arriva fino ai giorni nostri! Ogni ospite ringrazia per l’accoglienza, tutti restano incantati dalla bellezza, stare qui è come vivere in un film; Emma Thompson si congeda disegnando le tre Grazie del Botticelli, Kate Moss un cuoricino, David Lynch passa a Bellosguardo le vacanze con la famiglia, e ancora musicisti, attori, nobili e aristocratici che non possono rinunciare ad una vacanza non ordinaria, per rivivere i tempi di Cavalcanti, in una Firenze rinascimentale sospesa nel tempo.
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