“Roma è una città nella quale bisogna perdersi per meglio ritrovarsi”, suggeriva Chateaubriand. Nel Rione di Campo Marzio, che ha conservato per gran parte l’aspetto topografico ed urbanistico antico, sono ancora racchiusi alcuni dei siti più iconici di una bellezza senza tempo, come piazza di Spagna, Trinità dei Monti o via Condotti, meta dello shopping del lusso. In questa area, l’Hotel Vilòn è un raffinato luxury hotel di 18 camere e suites inserito nell’ala dell’imponente Palazzo Borghese.

L’ala, conosciuta come la “casa annessa al Palazzo Borghese“, divenne nel 1841 per volere della Principessa Adelaide Borghese de la Roche Foucauld, Prima Scuola per Fanciulle Povere e affidata alle monache francesi Figlie della Croce perché realizzassero il suo sogno di “educare quelle bambine meno fortunate a quell’onestà di modi, atti e pensieri che le avrebbe distinte per la loro eleganza“.
Un attento lavoro di restauro durato tre anni ha restituito all’Hotel Vilòn quell’aura antica delle memorie seicentesche declinate secondo una cifra stilistica eclettica e sottilmente colta: le suggestioni progettuali sono state create partendo da un concetto d’interior fatto di dettagli sofisticati ed eclettici al quale hanno contribuito uno scenografo, un fotografo e un interior designer. Paolo Bonfini, scenografo cinematografico e designer romano, si è orientato verso una raffinata scelta di combinazioni armoniose fra oggetti, materiali e colori entro un segno Deco. Al fotografo fiorentino Massimo Listri si deve la scelta dei quadri sparsi per l’hotel o raccolti nel piccolo spazio della quadreria. Giampiero Panepinto ha infuso un tocco di estrosa creatività fatta soprattutto di colore, fantasie dei tessuti a contrasto cromatico come nel Lounge Bar familiarmente detto In Salotto e nel Ristorante Adelaide.

È la “padrona di casa”, il direttore Giorgia Tozzi, a dare il senso e l’unicità del soggiornare al Vilòn: “Qui gli ospiti percepiscono un’energia singolare, un’atmosfera incantevole, che fa apprezzare ancora di più gli infiniti dettagli. È un luogo non luogo dove il tempo finalmente sembra fermarsi, ed è in questa condizione quasi surreale che si sceglie di restare più del solito, e di tornare, per assaporare una insolita percezione di benessere”.

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