Per un bambino la gioia di una vacanza può semplicemente coincidere con il giocare liberamente in piscina, ma per i suoi genitori la scelta di un albergo per le vacanze si fonda su molti altri criteri. Il mercato dell’ospitalità ha perciò affinato la propria organizzazione proponendo un nuovo modello di accoglienza, quello dei Family Hotel, che sembra disegnato sulle esigenze dei più piccoli e sulle aspettative degli adulti: attività ludiche, gastronomia studiata e attenzioni continue per garantire il divertimento, la socializzazione e la serenità di tutta la famiglia. Il principio base è chiaro: se la vacanza riserva le giuste soddisfazioni, i genitori sono i primi a voler ripetere l’esperienza e la fidelizzazione è assicurata.
Gli esempi di strutture dedicate a tutta la famiglia, soprattutto nelle regioni del nord, sono tanti, ma ci piace raccontare il caso dell’Hotel Sonnwies, una struttura che a dicembre ha festeggiato i venti anni di attività ed è riuscita ad affermarsi come un’esperienza di riferimento per chi vuole trascorrere le vacanze con i figli più piccoli al seguito. A 15 chilometri da Bressanone, nella splendida valle di Luson, uno dei territori meno conosciuti dell’Alto Adige, il cui paesaggio lascia senza fiato, l’albergo è stato costruito da Hans e Angelika Hinteregger, che decisero di trasformare la loro fattoria in una struttura ricettiva.

Fin dall’origine la scelta fu di dedicarsi esclusivamente alle famiglie, studiando soluzioni e proposte in grado di soddisfare la curiosità, i desideri e le esigenze di bambini e ragazzi di tutte le età. Il risultato è un grande parco giochi all’aperto di 10 mila metri quadri, con vista sulle montagna, che contiene un percorso per bobbycars e go-kart, campi da calcio e pallavolo, trampolino e giochi di vario tipo, oltre a un piccolo maneggio con i pony per un giro nella natura circostante. Il divertimento prosegue nelle tre piscine, dove si trovano uno scivolo di 80 metri, idromassaggi e giochi d’acqua, nella piscina riservata ai bebè, o nell’area giochi interna di 1000 mq, illuminata con luce principalmente naturale, dove i ragazzi possono sbizzarrirsi in varie attività al coperto: teatro, cinema, parete da arrampicata, seguiti da uno staff di animatori che a partire dai 3 anni propone un programma di circa 70 ore alla settimana, e di 60 ore per i bebè.

E i genitori cosa possono fare durante la giornata? Rassicurati dalla presenza di un’organizzazione attenta e affidabile, possono dedicarsi il giusto tempo nell’area wellness riservata ai soli adulti dove possono scegliere fra il bagno di vapore al profumo di fiori, la sauna tirolese con vista sulle Dolomiti o il bagno Brechel con rami di abete. Nella SPA il riposo fa da sfondo a un ampio menu di trattamenti wellness e beauty che attingono alla tradizione locale per mettere pienamente a frutto questa parentesi di vacanza. Nel caso, invece, in cui si voglia coinvolgere i propri figli nell’esperienza wellness si può usare la bio-sauna con schermo per la proiezione o scegliere un rilassante massaggio con creme specifiche per i più piccoli.

“Agli adulti offriamo anche una raffinata proposta gastronomica – ci dice Lukas Hinteregger, figlio dei proprietari, che si divide fra la passione di sommelier e il ruolo di marketing manager – con un menu realizzato esclusivamente con prodotti acquistati nel raggio di 50 chilometri, una rivisitazione delle cucine tipiche locali dell’intero arco alpino, dalla Slovenia alla Francia, e un menu vegetariano. Stiamo investendo ancor di più nella cantina, la cui carta sarà straordinaria.” Per chi invece non è interessato al vino, l’acqua di tutto l’albergo, anche quella delle camere, della zona wellness e con cui sono cotte le pietanze, è energeticamente preparata e rivitalizzata con il metodo Grander, per garantire effetti benefici sia sulla pelle che all’organismo intero.

Ultima novità è l’apertura delle Mountain Villas, appartamenti per una o più famiglie, dislocati sull’ultimo piano della struttura, in cui si è puntato molto sul lusso, e su una ospitalità sempre più personalizzata per gli adulti. Al punto che non è facile capire se a voler ritornare al Sonnwies siano più i figli o i loro genitori.
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