A cavallo fra due lingue e due culture, è da sempre una realtà quasi a sé stante del nostro paese. La città ha un’identità evidentemente asburgica, che l’ha inserita perfettamente nel panorama mitteleuropeo, ma mantiene nella sua natura alcuni elementi più mediterranei, che spiazzano e sorprendono, soprattutto per una località così vicina alle montagne. Nei suoi palazzi e nelle sue vie è possibile ritrovare testimonianze di un passato ricco di storia, di quando era un importante snodo mercantile abitato da famiglie di successo, alcune delle quali, di fatto, ancora oggi determinano la vita imprenditoriale, sociale e culturale di Bolzano.
Il centro storico è decisamente bello e affascinante, e ci sono luoghi ed edifici che sono il risultato della crescita nel XVIII secolo dell’economia locale, frutto anche della complessità del difficile processo d’integrazione che solo negli ultimi decenni è stata vista come un’opportunità per prendere il meglio dalle due tradizioni: l’organizzazione tipicamente austriaca e la creatività e l’intraprendenza italiana. Una storia e un patrimonio architettonico e sociale, che è interessante conoscere e comprendere.
Castel Hörtenberg è un maniero rinascimentale, circondato da un ricco giardino, distante pochi minuti dal centro di Bolzano. La struttura, dalla sua costruzione nel sedicesimo secolo, è passata di proprietà nelle mani di varie famiglie. Per un certo periodo fu anche il quartiere generale di Andreas Hofer durante l’insurrezione tirolese. Si tratta di un personaggio e di una storia poco conosciuta in Italia. Andreas Hofer era un oste nato nel 1767 in Val Passiria, che all’epoca apparteneva all’Austria. Andreas si mise al comando di un esercito di circa 14.000 contadini per combattere l’invasione bavarese sostenuta dalle truppe di Napoleone, e a seguito di diverse battaglie le costrinse ad abbandonare il territorio. Per 15 giorni Hofer diventò capo del governo provinciale ma la pace di Schönbrunn tra l’Austria e la Francia, riconfermò la sovranità bavarese sul Tirolo e, dopo un’ultima sfortunata battaglia, obbedendo agli ordini, Andreas depose le armi ma fu processato, condannato e fucilato il 20 febbraio del 1810.
Castel Hörtenberg venne requisito e poi passò di mano più volte fino a essere acquistato dalla famiglia Podini pochi anni fa. Se il nome è poco noto fuori dai confini regionali, agli altoatesini sono ben conosciute le attività di un gruppo che dalla produzione casearia ha esteso il suo raggio d’azione al commercio all’ingrosso e al dettaglio, nei servizi, nell’energia, nella produzione agricola, nel mercato immobiliare, senza mai trascurare gli obiettivi di responsabilità sociale con una Fondazione che interviene tanto in Trentino Alto Adige che all’estero.
“Quando abbiamo rilevato la proprietà non era ben chiaro quali fossero le potenzialità di questo investimento,” ci racconta Anna Podini, che, con il supporto del padre Alessandro, ha concretamente guidato tutto il percorso di riconversione e ristrutturazione, a fianco dell’architetto Peter Kompatscher e dello studio Projectteam Bolzano. “Io ero da poco tornata da Parigi e ho accettato la proposta di mio padre di lanciarmi in questo progetto. Siamo arrivati così alla conclusione che il castello avesse le caratteristiche ideali per diventare una struttura alberghiera, pur avendo ben presente le difficoltà del caso, considerando che l’edificio è sotto la tutela delle Belle Arti. Eppure abbiamo voluto mettere a disposizione degli ospiti questo luogo, di chi arriva dalle altre regioni o anche dall’estero, ma soprattutto dei concittadini Bolzanini che ora possono frequentarlo per colazione e la sera. Oggi è, senza dubbio, la sintesi di quello che la nostra famiglia ha appreso nel corso degli anni viaggiando in giro per il mondo.”
L’intervento, pietra su pietra, ha recuperato un fascino secolare, arricchendolo di sensibilità estetica e servizi di livello, fino a renderlo una Guest House urbana dall’indubbio fascino. “Legno e ferro battuto sono ciò che abbiamo trovato al suo interno e ciò che abbiamo mantenuto, inserendo arredi di design sobrio, tessuti di pregio dalle tonalità calde, dettagli ricercati per arricchire l’esperienza di soggiorno.” Il connubio tra antico e contemporaneo si nota già nella hall, per poi proseguire nei saloni e in tanti piccoli dettagli.
Per le 21 fra camere e suites del corpo principale di Castel Hörtenberg, Anna Podini ha voluto una personalità forte e caratterizzante. “Tutte le stanze e le finestre sono diverse una dall’altra, e all’interno abbiamo recuperato stucchi e affreschi, nicchie e antiche stufe in maiolica, come elementi peculiari di arredo.” Nell’ala moderna del giardino, realizzata ex novo, sono state create tre moderne Superior Garden Suites, con un carattere più urbano e moderno rispetto alle altre, per un ambiente intimo e privato che si combina con materiali naturali. Non manca un’Area wellness, la Hörtenberg Spa anch’essa situata nella parte nuova del giardino, dove gli ospiti possono scegliere fra sauna finlandese con vista sul verde, biosauna, docce cromatiche e una parete realizzata con blocchi di sale rosa dell’Himalaya, oltre a una cabina dedicata ai trattamenti firmati da Vitalis Dr. Joseph. Il soggiorno garantisce una lunga prima colazione, curata dallo chef Berardino Aversa, che su richiesta degli ospiti propone menu raffinati per cena a cui si abbinano selezionate etichette alto atesine, italiane o internazionali, tra cui una selezione della cantina toscana “Ampeleia”, sempre di proprietà della famiglia Podini.
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