Molti rapporti realizzati negli ultimi mesi hanno dimostrato che il turismo è stato uno dei settori economici più colpiti dalla pandemia. Fra gli ultimi, quello pubblicato dall’agenzia di comunicazione e marketing I SAY di Roma, che rileva che “l’impatto del Covid-19 sul settore è stato 11 volte maggiore di quello della crisi economico-finanziaria del 2008”. Tutto è successo dopo quasi dieci anni di crescita ininterrotta, e al di là dei numeri delle impietose statistiche, è innegabile che il travel & tourism si sia trovato a fronteggiare la crisi più grave di sempre.
Il continente europeo, meta turistica ambitissima a livello internazionale, ha evidentemente risentito di tutti gli effetti negativi: si pensi che in totale, i paesi europei hanno accolto il 66% in meno di turisti internazionali nella prima metà del 2020 e il 97% in meno nella seconda. I più grandi hanno parzialmente retto alla crisi durante le stagioni 2020-2021, per la decisione dei viaggiatori di scegliere il proprio paese come destinazione per le vacanze. In Italia, circa il 90% delle persone hanno approfittato di questa opzione. Un trend positivo e promettente che, ove confermato, potrebbe costituire un elemento di rilancio per il settore turistico. Gli stessi rapporti delle società di marketing hanno individuato alcune delle variabili fondamentali su cui programmare le stagioni turistiche del futuro. Il turismo di prossimità, ma anche di medio e lungo raggio, dovrà essere sicuro, sostenibile, inclusivo e di qualità.
Su questo tema l’Unione Europea, già da inizio 2021, ha espresso alcune linee guida all’interno del continente che rispecchiano la necessità di tenere in giusta considerazione il cambio delle preferenze dei consumatori. Su questi punti si è discusso durante il convegno, che si è tenuto martedì 19 ottobre, “Unione europea: nuovi scenari per un turismo post covid: sostenibile, inclusivo, di valore”, all’interno della dodicesima edizione del Festival della Diplomazia. Nella sede del Parlamento Europeo a Roma, si sono confrontati il Ministro del Turismo italiano, Massimo Garavaglia, gli ambasciatori di Austria e Slovenia in Italia, Jan Kickert e Tomaz Kunstelj, Carlo Corazza, Rappresentante in Italia del Parlamento europeo, Mario Zanetti, Direttore Generale di Costa Crociere, Edoardo Colombo, Presidente di Turismo Italiae, guidati dalla sapiente moderazione di Pasquale Alfieri, direttore dell’agenzia di stampa Prima Press.
Tutti concordi che la sicurezza sanitaria, vista come prioritaria, dovrà essere garantita dalle vaccinazioni, dal ricorso al green pass e dalle misure igieniche, di prevenzione e di distanziamento sociale finora adottate. Secondo Carlo Corazza, altri assi portanti della trasformazione del settore turistico saranno il cooordinamento a livello europeo, il miglioramento della formazione e un irrinunciabile processo di digitalizzazioni delle imprese della filiera. Il Capo dell’Ufficio in Italia del Parlamento europeo – che in passato aveva svolto un ruolo importante nell’unità turismo a Bruxelles – ha sottolineato che i viaggi della classe media internazionale, in particolare nordamericana e asiatica, diventeranno soggiorni sempre più limitati nel tempo (dai 7 ai 14 giorni), ma non nello spazio: ci si muoverà da Milano a Parigi, da Londra a Berlino. Per tale ragione in futuro si avrà la necessità di una maggiore cooperazione, non solo tra gli operatori, ma anche tra gli Stati membri dell’Ue. A livello nazionale, è percepita in maniera comune la necessità di adottare nuove strategie, un bisogno legato non solo agli effetti negativi sul turismo locale prodotti dal Covid, ma anche alla valutazione dei risultati ottenuti a seguito delle riaperture.
L‘ambasciatore sloveno in Italia, Tomaz Kunstelj, ha esposto come il suo Paese favorirà la ripartenza del turismo. Un turismo di “qualità e non di quantità”, che farà una speciale attenzione alla gestione delle destinazioni, curandole nei particolari, sia da un punto di vista logistico che della sicurezza dei turisti. Ma ci sarà anche un’importante operazione di marketing, per diffondere, in maniera segmentata a seconda della stagione e della tipologia di offerta, l’immagine della Slovenia e dei suoi luoghi di villeggiatura estivi e invernali.
Il successivo intervento dell’ambasciatore austriaco in Italia, Jan Kickert, è servito a sottolineare come la cooperazione a livello europeo, sia fondamentale, insieme alla necessità di creare un sistema di travelling & tourism sostenibile e in linea con le direttrici del green deal europeo. L’aspetto su cui l’ambasciatore ha ulteriormente posto l’accento è quello della sostenibilità, ora ambientale ora livello delle comunità locali di montagna che hanno subito maggiormente il peso della crisi della stagione sciistica. Dunque il rilancio del turismo non è solo un problema italiano o austriaco o francese, ma europeo. “Abbiamo tutti un interesse comune nel creare un turismo sicuro e sostenibile”, ha affermato l’Ambasciatore austriaco. “Il green pass è stato di grande aiuto per rendere più sicura la stagione estiva in Europa, ma ora dobbiamo rendere più sostenibile, a livello energetico, questo settore, come ogni altro settore economico, e in linea con la transizione energetica ed ecologica”. Sia in Austria che in Italia la stagione invernale è alle porte e si dovrà evitare, come è successo lo scorso anno, che Vienna e Roma applichino misure contrastanti in materia anti-covid per quel che riguarda l’uso degli impianti sciistici e dei servizi connessi. Quest’anno la situazione è cambiata: sia in Italia che in Austria le campagne vaccinali sono a buon punto e la certificazione verde è già stata testata durante l’estate. In entrambi i Paesi il green pass sarà obbligatorio sulle cabinovie, per i ristoranti, gli alberghi, l’après ski e per lo shopping. Si apre pertanto, nella pur comprensibile concorrenza, una fase più positiva per la creazione di reali sinergie tra il turismo austriaco e italiano.
“Questo è anche un risultato ottenuto a livello europeo – ha spiegato il Ministro del turismo italiano, Massimo Garavaglia, dove abbiamo chiuso l’operazione del green pass, in tempi molto più rapidi che nella norma, per garantire più sicurezza ai consumatori”. Inoltre, visto l’interesse dichiarato del Parlamento europeo verso il turismo, “ c’è la necessità di una linea di bilancio strutturale al turismo – ha aggiunto il Ministro – “una priorità perché da lì si porranno le basi per una crescita solida, e una profonda riqualificazione delle strutture ricettive, anche da un punto di vista di sostenibilità ecologica e ambientale e un irrinunciabile processo di digitalizzazione”.
Una sensazione di cauto ottimismo arriva anche dal settore privato. Il Direttore Generale di Costa Crociere, Mario Zanetti – ha lanciato “un manifesto per un turismo di valore, sostenibile e inclusivo che mette d’accordo istituzioni e imprese. Il settore delle crociere, ha in sè un grande potenziale con ricadute economiche e sui territori di grande portata”. Molto apprezzato anche l’intervento di Edoardo Colombo, Presidente di Turismo Italiae, che si è soffermato sulle dinamiche dell’innovazione e della trasformazione digitale nel turismo, essenziale sia per gli Enti Pubblici che per il privato. Per dirla con il nostro Ministro Garavaglia, “problemi simili, ricette simili”.
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