Trecento anni prima di Cristo, nel suo percorso più antico da Roma verso Brindisi, la Via Appia giunta all’estremo limite meridionale del Lazio, sulle rive del mar Tirreno, era costretta ad arrampicarsi su un monte che ne impediva il passaggio. La strada era protetta da un’imponente fortificazione ancora oggi per larga parte ottimamente conservata. Sono visibili, nove torri, larghi tratti di camminamento e la porta meridionale affiancata da due possenti torri quadrate. Qui era stato costruito un centro abitato che dominava la vasta insenatura compresa fra i promontori del Circeo e di Gaeta.
Il nome originario, di origine volsca, era Anxur ma la leggenda vuole che Terracina – questo il nome che i Romani le dettero successivamente – fosse stata fondata da un gruppo di esuli spartani fuggiti dalla Grecia. La favorevole posizione geografica la rese prima uno dei baluardi del sistema difensivo della nascente repubblica, e poi un centro commerciale lungo la grande via di comunicazione costruita da Appio Claudio Crasso. Sulla cima del monte Neptunius, oggi conosciuto come Monte Giove, sorgeva l’imponente Tempio dedicato a Giove Anxur, di cui si conservano i resti di una serie di dodici maestose arcate, un portico rettangolare che conserva ancora tracce dell’intonaco dipinto in primo stile pompeiano e il cosiddetto piccolo tempio, costituito da un corridoio ricavato all’interno di una serie di nove arcate (di cui cinque conservate).
Tutto intorno sono stati rinvenuti numerosi resti di ville romane e una di queste si trova a pochi passi dall’attuale entrata del Tempio ed è stata recentemente trasformata in un boutique hotel a strapiombo sul mare, spesso utilizzato per cerimonie e importanti ricevimenti. Costruita negli anni ’60, la villa che si chiamava Belvedere, è immersa in un lussureggiante giardino di circa 3.000 mq di verde, con piante di pino, cipressi, abeti e ulivi secolari, cui sono stati aggiunti palme e fiori. Appartenuta a un chirurgo romano, la proprietà gode di una vista unica e indimenticabile sulle isole pontine (Ponza, Ventotene, Palmarola, Zanone), il borgo di Sperlonga e il golfo di Gaeta fino a Ischia.
All’ingresso si possono osservare alcune rovine di epoca sillana (1° secolo) con un’iscrizione, La Librata, che oggi dà il nome alla struttura, e i resti di una bassa torre di osservazione che anticipava gli improvvisi attacchi che venivano dal mare. La spettacolare infinity pool con vasca idromassaggio sembra inoltrarsi nel mare sottostante, in un continuum cromatico che lascia senza fiato. Lo stile è sobrio ed essenziale, le pareti bianche e il pavimento in ceramiche di Vietri colorate.
La Librata dispone di cinque confortevoli camere da letto e, al primo piano, una panoramica suite con vasca idromassaggio affacciata sul golfo, tutte dotate di aria condizionata e wi-fi. Esiste un progetto per la creazione di una piccola ed efficiente SPA che permetta di estendere l’attività recettiva anche ai mesi invernali. Attualmente è possibile effettuare solo la prima colazione ma la famiglia De Simone – proprietaria di un noto ristorante locale – per le cerimonie offre un’ autentica cucina mediterranea con piatti presentati in maniera originale e preparati con i migliori ingredienti e pesce locali.
Terracina è infatti famosa per la sua flotta di pescatori e per i gustosi gamberi rossi, che vengono venduti al ritorno delle barche in un’affollata asta pubblica cui è possibile assistere al porto. Vale la pena passeggiare nel cosiddetto Borgo della Marina: la zona che occupa tutta la parte della città compresa fra l’Appia traianea e il mare dove si trovano i resti di un grande Anfiteatro del I sec. e delle cosiddette Terme delle Arene, di età antoniniana. Per evitare il lungo e disagevole passaggio in montagna, fu l’imperatore Traiano a mutare il percorso dell’Appia, escludendo il passaggio in montagna e proseguendo lungo il mare grazie al taglio del Pisco Montano, una grande roccia che oggi somiglia a un enorme faraglione sulla terraferma.
Una visita alla città alta permette di osservare la zona del Foro Emiliano, con la bella piazza del Municipio la cui pavimentazione è ancora, per gran parte, quella fatta eseguire nella prima età imperiale da Aulo Emilio, e l’odierna cattedrale di S. Cesaro, eretta, intorno al XIII sec., sui resti, ancora visibili, di un tempio di età augustea cui appartenevano le colonne che dividono l’interno della cattedrale in tre navate. Ma Terracina è nota anche come stazione balneare, con una spiaggia bianca e dalla sabbia finissima, lunga decine di chilometri che a nord finisce nel territorio di San Felice e a sud arriva fino a Fondi e Sperlonga. Un colpo d’occhio splendido e impressionante che si gode principalmente dalla cima di Monte Giove, che domina il mare sottostante e, come pensavano i Romani, protegge i pescatori e le barche che lo solcano.