Dalla fine del 2019 il Regno dell’Arabia Saudita richiede una formula molto più semplificata per chi vuole visitare il paese per turismo. Si tratta di una grande novità che rientra in un progetto chiamato Vision 2030 e che rappresenta un piano di sviluppo socio-economico fondato su enormi investimenti finanziari per rafforzare la ricettività turistica e far conoscere la natura, la cultura, la storia e l’arte millenarie di un’area del mondo finora rimasta fuori dai grandi flussi del turismo internazionale.
Per familiarizzare il mercato di lingua italiana verso questa destinazione ricca di paesaggi magici e antiche tradizioni, l’Arabia Saudita, attraverso le sue ambasciate all’estero, ha lanciato diverse campagne di comunicazione e iniziative culturali di altissimo livello. Una di queste, la mostra “Roads of Arabia”, si è tenuta a Roma, nello spazio espositivo del Museo Nazionale delle Terme di Diocleziano, dove per tre mesi i visitatori hanno avuto la possibilità di compiere un viaggio virtuale all’interno del parco archeologico di AlUla, sede del primo sito UNESCO dell’Arabia Saudita. La città nabatea di Hegra, ultimo avamposto dell’impero Romano nel golfo Persico, fu crocevia di numerose civiltà, e la valle di AlUla è ricca delle tracce del loro passaggio: dipinti rupestri, imponenti tombe scavate nella roccia, antiche città. Un museo a cielo aperto in cui permangono le testimonianze dei Regni di Dadan, dei Lihyaniti, dei Nabatei, dell’Impero Romano e, per finire, della civiltà islamica.
A ottobre 2020, è arrivata la notizia della presentazione del progetto di concept design realizzato per il resort Sharaan di Jean Nouvel, capace di offrire uno sguardo audace su questa oasi culturale.
Jean Nouvel ha descritto AlUla come “l’unione tra un paesaggio e la storia; la storia di antiche civiltà in un paesaggio straordinario – l’unico luogo dove creare un simile capolavoro”. Nouvel ha evidenziato l’importanza di preservare un paesaggio così unico: “AlUla è un museo. Ogni wadi e costone, ogni tratto di sabbia e profilo roccioso, ogni sito geologico e archeologico meritano la massima considerazione. È fondamentale mantenere tutta la sua peculiarità e preservare la sua attrattiva che si basa in gran parte sul suo carattere remoto e a tratti arcaico. Dobbiamo salvaguardare al tempo stesso un piccolo mistero così come la promessa di scoperte future”.
Il resort, che sarà completato entro il 2024, includerà 40 suite e tre ville-resort. L’architetto lo ha pensato per dare vita ad una forte esperienza dimensionale, sensoriale ed emotiva ai confini della natura, dell’architettura e dell’arte – dove il suono, la musicalità, la consistenza, il tocco, la potenza e la complessità della natura siano ovunque. Gli spazi pubblici saranno orientati alla gioia di viverli di giorno, di notte, con tutti i vari colori, luci, ombre, venti, piogge torrenziali e il trascorrere del tempo, invitando i viaggiatori a intraprendere un viaggio attraverso migliaia di anni di civiltà e strati geologici all’interno di ogni dettaglio del suo design, dalla percezione permanente delle rocce al morbido confort delle poltrone, dei divani e delle sedie.
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