A Marrakech la nuova Mamounia riapre e rinnova la propria tradizione
Al finire degli anni sessanta il famoso stilista Yves Saint Laurent trovò rifugio a Marrakech. Insieme allo storico compagno Pierre Bergè, avevano deciso di allontanarsi dalle caotiche passerelle dell’alta moda per prendere il volo verso un riposo dorato in terra marocchina. Dopo aver vissuto per una decina di anni nel Dar el Hach, conosciuta come la casa dei serpenti, i due acquistarono nel 1980 Villa Majorelle, appartenuta all’omonimo pittore. Dopo averla ristrutturata, Saint Laurent la rese il proprio quartiere generale ispirando suoi lavori, ai colori e alle suggestioni della tradizione nordafricana, in particolare al blu cobalto che aveva utilizzato per dipingere le pareti della villa. Per capire il forte legame che lo stilista francese e tanti altri artisti e personaggi hanno vissuto con la città di Marrakech può bastare una giornata trascorsa fra le strette viuzze della Medina, fra colori, odori e sapori, così forti e intensi da lasciare segni indelebili.
…l’albergo è l’esempio di un gusto elegante che combina l’architettura locale a standards di un’hotellerie di classe e livello superiori…
Jami el-Fna, piazza centrale della città, riesce a esprimerne a pieno l’energia e la vitalità: fra mattina e pomeriggio, sotto il caldo sole, il vasto mercato all’aperto ospita le bancarelle delle merci più svariate, mentre verso sera le bancarelle si ritirano e subentrano ristoranti, musicanti e cantastorie. Fin dalla sua fondazione, nel 1070 a opera della dinastia almoravide, Marrakech è sempre stata nota per la sua forza commerciale e per il suo spessore culturale: un terreno fertile per affascinare ricchi europei e occidentali desiderosi di scoprire i segreti dell’ultima porta prima del deserto. Per rispondere alle sofisticate esigenze dei flussi turistici iniziati nel secolo scorso, la città ha visto il proliferare di importanti strutture alberghiere. La Mamounia, situato a pochi minuti dal centro, è probabilmente l’esempio più emblematico di un gusto elegante e raffinato che combina l’architettura tradizionale marocchina e gli standards dell’hotellerie di alto livello. La storia dell’insediamento risale al diciottesimo secolo, quando il re Sidi Mohammed Ben Abdellah, assecondando la tradizione, regalò ai propri figli in dono di nozze, un giardino fuori dalla Kasbah.
L’architetto Jacques Garcia ha curato l’architettura e il design de la Mamounia
A partire del 1912, la storia architettonica di Marrakech abbandona il limite delle medine. È il tempo in cui il Marocco si trova sotto il protettorato della Francia e a lavorare sono soprattutto architetti e urbanisti d’oltralpe, che sviluppano moderni quartieri coloniali, amministrativi e residenziali, con edifici che perdono sempre di più l’impronta neomoresca e risentono degli influssi razionalisti legati a Le Corbusier. Fra i tanti nuovi edifici viene commissionato proprio l’hotel Mamounia, costruito a poca distanza dalla Medina, suI giardino Arsat al-Mamoun, nel pieno rispetto della particolare flora originale che si estende su ben otto acri. A disegnarlo, in stile Art Decò che all’epoca andava per la maggiore, furono due architetti francesi, Prost e Marchisio, nel 1923. La proprietà, che raccoglie le Ferrovie Marocchine, la città di Marrakech e un pool di banche locali, ha sempre preteso il rispetto dei luoghi storici, e ampliamenti e ristrutturazioni che si sono succeduti nel tempo, non hanno mai alterato l’ambientazione e la configurazione spaziale, elevando invece nel tempo gli standard propri di una ospitalità rivolta a una clientela che è rimasta sempre di altissimo livello, fra politici, star del cinema e del mondo dello sport.
Winston Churchill era solito passare i propri inverni a La Mamounia
Dopo l’ultimo intervento, durato ben cinque anni, oggi la Mamounia ha riaperto le proprie porte, forse con uno stile più dinamico e contemporaneo ma sempre su una falsariga di chiaro stampo marocchino. Incaricato della ristrutturazione, l’architetto ed interior designer francesce Jacques Garcia che sembra aver scavato nei ricordi della sua infanzia, quando passava le vacanze a Marrakech. Il risultato è la riproposta di un complesso di architetture moresche esaltate attraverso luci e colori combinate a materiali, arredi e soluzioni architettoniche di incomparabile valore. La Mamounia dispone in totale di 136 camere, quattro ristoranti, cinque bar, sala de the, biblioteca e sale meeting attrezzate, oltre a una SPA di 2500 mq che è stata rinnovata per alzare ancora di più il livello dell’offerta generale. Coinvolgendo artigiani locali e utilizzando materie prime tradizionali, come ceramiche per mosaici, tadellakt, legni intagliati, Garcia ha reso omaggio alle arti e alle tradizioni locali, ricreando un ambiente autentico e magico.
La SPA si estende su un complesso di 2500 mq
La distribuzione degli spazi segue la cura e l’attenzione tipica dei grandi alberghi: così, superata la reception si può facilmente accedere alla grande e assolata piscina nel giardino oppure accedere alla splendida piscina interna con sedute idromassaggio, dove rilassarsi nella scenografia dei mosaici che la compongono. Ma il cuore della SPA si trova in uno spazio più protetto dagli sguardi pubblici, una piccola e discreta oasi accessibile con l’ascensore: all’entrata si viene accolti da un ambiente forse relativamente scuro, ma comunque elegante e impreziosito da una videoinstallazione che ricorda le onde del mare. Grazie agli ampi spazi a disposizione, si è voluto creare diversi ambienti, con livelli diversi di socializzazione e intimità, sia per coloro che vedono nel bagno turco e nelle aree relax un momento di socializzazione che per coloro che sono alla ricerca di un’esperienza riservata e rigenerante.
La selezione dei partner cosmetici ha coinvolto Shiseido e MarocMaroc
A organizzare percorsi e protocolli di benessere di varia natura, un qualificato staff guidato da Marianne Nielsen, affabile professionista che ha alle spalle la gestione di alcune delle più famose SPA del mondo. Per la Mamounia Marianne ha messo a punto un pacchetto di proposte che si basano su prodotti esclusivi. L’obiettivo, per altro conseguito, è di garantire uno standard tipicamente marocchino, che faccia il minor affidamento possibile sui macchinari, ma piuttosto valorizzi le antiche pratiche igieniche che prevedono sapone nero, ghassoul, olio di Argan e acqua di rosa e arancio. La linea marocMaroc viene usata in tutti i servizi presenti nella SPA, dall’hammam (rigorosamente diviso per sessi) alle diverse cabine dove sono praticati trattamenti e massaggi viso e corpo. Inoltre una bella sala relax accoglie gli ospiti che hanno voglia di riposarsi in un’ambiente a dir poco protetto dai rumori e dalle presenze estranee. Inoltre, per i clienti che possono permetterselo, e non sono pochi alla Mamounia, è a disposizione una SPA privata che raccoglie tutti gli elementi per una lunga giornata di relax. Il grande pregio della Mamounia, in particolare nella sua SPA, è di essere una delle strutture di maggior lusso del mondo, che però non rinuncia alla sua identità originale. Ogni dettaglio dimostra come le storie di successo, nell’hotellerie e nel benessere, hanno fondamenta solide, in cui si propone solo ciò che appartiene alla propria storia, di cui si è diventati a pieno titolo protagonisti indiscussi.