Da alcuni anni le Dolomiti sono diventate Patrimonio Naturale dell’Umanità: un riconoscimento incontrovertibile del valore ambientale e culturale del complesso montuoso. La bellezza paesaggistica di questo territorio è nota ma rimane compito dell’uomo la sua salvaguardia, e non è meno importante valorizzare la forza del tessuto di tradizioni, lingua e cultura che questa area ha espresso nel corso dei secoli. Un esempio emblematico di questa splendida commistione fra natura e leggenda è lo spettacolo naturale dell’Enrosadira, che in alcune ore del giorno trasforma in rosa il colore delle pareti dolomitiche, in particolare nel caso del gruppo del Catinaccio. Il fenomeno è scientificamente legato alla composizione calcarea della roccia, combinata al taglio della luce del sole, ma trova una suggestiva spiegazione nella storia del Re Laurino, che si svolge in un’atmosfera di fiaba che coinvolge nani, rose e fughe d’amore. La bellissima Ladina, figlia del re dei nani, venne rapita dal Principe del Latemar, che si era spinto sul Catinaccio per la curiosità di vedere il suo giardino di rose incastonato fra le cime rocciose delle montagne. Innamoratosi perdutamente della giovane, la prese e la portò con sé sul Latemar per farne la sua sposa mentre Re Laurino, disperato per la scomparsa della figlia, lanciò una maledizione contro le rose che avevano rivelato la posizione del regno. L’ordine scagliato fu di non fiorire mai più, né di giorno né di notte, ma dimenticò l’alba e il tramonto, quando è più frequente assistere al fenomeno delle vette che si colorano di rosa. L’atmosfera fiabesca che avvolge il complesso montuoso è protetta anche dall’impegno della popolazione locale, consapevole che la bellezza intrinseca delle Dolomiti deve essere protetta come dovere nel rispetto del mondo intero.
Questo spirito ha anche animato l’ultima trasformazione dell’Hotel Pfösl di Nova Ponente, in Val d’Ega, una delle aree meno affollate dal turismo. La struttura è stata sviluppata su un maso tradizionale che nel lontano 1950 Anton Zelger aveva trasformato in locanda. L’obiettivo era di offrire un luogo di ristoro ai viandanti che marciavano in pellegrinaggio in direzione del vicino Santuario della Madonna di Pietralba, che, dalla fondazione nel 1553 continua annualmente ad accogliere migliaia di fedeli. Il passare del tempo ha alimentato e affinato nella famiglia Zelger la capacità di offrire ospitalità, prima con Luis e Herta, che si sono impegnati ad alzare gli standard, e poi con la terza generazione delle sorelle Brigitte ed Eva che hanno profuso il proprio impegno per raggiungere l’eccellenza della ricezione alberghiera, non solo locale.
È così nato dalla loro volontà, nel 2018, un progetto di ripensamento dell’albergo, che riuscisse a esaltare i tre principi ritenuti fondamentali: attività ed escursioni, gastronomia raffinata e genuina, benessere nella natura. Lo studio Bergmeisterwolf di Bressanone ha condotto un intervento che ha coinvolto oltre 40 ditte e 400 collaboratori sul cantiere, con 18 nuove suites, 3 chalets nel bosco, un’area verde con sentiero di erbe e alberi, e la NaturaSPA con ben 8 saune e Panorama Infinity Pool.
L’aspetto che ha colpito gli ospiti di lunga data è stata la scelta di circondare la struttura originaria con una cornice in legno locale che già dalla strada offre un richiamo forte alla tradizione locale, come se si trattasse di un ritorno alle origini dell’azienda agricola che decenni fa si era stabilita sullo stesso terreno. La forza del legno è valorizzata maggiormente all’ingresso, dove gli ampi spazi permettono di avere una prima impressione di calore e intimità. Le stanze mantengono in pieno le premesse, ma la dimensione che gratifica l’anima e l’occhio è in uno dei tre chalet alle pendici del bosco: al lusso dei dettagli curati si aggiunge una completa privacy durante il soggiorno. Il ristorante della struttura è stato ampliato anche per rispondere alla maggiore capienza, ma non ha tradito l’impostazione della cucina che propone ogni sera piatti locali e genuini, arricchiti da alcune primizie provenienti dal piccolo orto nel giardino comune.
La grande novità di questa ristrutturazione è però ai nostri occhi legata al centro NaturaSPA, distribuita su un’area di 2000 mq: il percorso può partire nell’area umida dove scegliere fra una delle otto diverse saune (erbe saline, timo selvatico, mugo, lavanda, fieno, infrarossi, bagno turco salino, sauna esterna il Rituale) e poi godere del bel giardino panoramico arricchito di idromassaggio e percorso Kneipp che si chiude nel laghetto di acqua di sorgente, senza trascurare l’ipotesi di regalarsi un trattamento nell’area beauty, qualche minuto di silenzio nell’area relax o di dedicarsi all’esercizio fisico nella zona fitness.
L’ultima raccomandazione è però di ritagliarsi il giusto tempo per un tuffo nella splendida infinity pool: affacciata sul complesso del Catinaccio vi regalerà l’emozione unica e, forse il segreto, del fenomeno naturale dell’enrosadira.
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