Quest’anno non andremo all’estero ma le vacanze le faremo in Italia. Sono in molti gli Italiani che iniziano a pensarla in questo modo. La ragione principale è che il nostro è il più bel Paese al mondo, ma anche perché l’aumento del turismo nazionale potrà porre un parziale rimedio alla drammatica crisi che l’intero settore vive da mesi a causa della pandemia da Coronavirus.
Fra le tante opportunità che ci si offrono c’è solo l’imbarazzo della scelta: mare, montagna, città d’arte e borghi antichi, laghi, masserie, parchi tematici e, non ultimi, oasi e parchi naturali in cui camminare, seguire sentieri e percorsi trekking. Questo articolo è dedicato proprio a chi, questa estate, vorrà avventurarsi a piedi alla ricerca di paesaggi affascinanti, ambienti naturali, spazi liberi, boschi ed ecosistemi incontaminati, in compagnia o da soli, talvolta alla ricerca di risposte che vengano da dentro di sé.
La motivazione per un turismo lento può essere, oltre alla curiosità di scoprire nuovi luoghi e gente sconosciuta, anche aiutare l’economia di piccoli centri, comunità, aree dell’Italia quasi dimenticate e abbandonate per lo spopolamento avvenuto negli ultimi decenni. Ma, attenzione, non è una scelta adatta a tutti. L’escursionismo è un turismo poco agevole che si svolge lungo tracciati poco battuti dai grandi flussi, su sentieri e strade bianche, attraversando vallate e superando colline e passi di montagna, che si ferma in località dove l’accoglienza è calorosa ma le strutture e i servizi possono richiedere un certo spirito di adattamento. Per chi è abituato a una vita sedentaria, o a passare le vacanze in grandi alberghi o abbandonato all’ozio sulla sdraio o in piscina, intraprendere un lungo cammino, naturale o religioso, o fare trekking, non sono cose propriamente facili e c’è bisogno quindi di una buona preparazione mentale e fisica alle spalle.
Se ci si sente pronti a iniziare la sfida, quindi, sono necessarie una serie di attività che possono aiutare ad affrontare non solo la fatica e gli sforzi che, a prescindere dall’età e dal tipo di vita condotto durante l’anno, in questo tipo di vacanza normalmente sono tanti, ma che possono essere affrontati più facilmente con un allenamento preparatorio e una programmazione adeguata. Affrontare un cammino di lunga distanza con zaino, attrezzature e sacco a pelo sulle spalle non è uno scherzo. Solo dopo aver raggiunto un certo grado di allenamento, infatti, si potrà godere al meglio ciò che un ambiente sano e non inquinato da smog e rumori offre, senza che la stanchezza faccia passare in secondo piano gli importanti benefici per la propria salute fisica e psichica.
Gli esperti consigliano di iniziare qualche tempo prima, con escursioni di prova che prevedano poche ore di cammino e ridotti dislivelli senza tratti eccessivamente ripidi. Le nuove emozioni vissute di fronte a valli, boschi, montagne e ruscelli aiuteranno a distrarsi, a sentirsi stanchi ma soddisfatti. Essere fisicamente preparati per escursione significa possedere forza, resistenza e sicurezza, quest’ultima una qualità indispensabile per non incorrere in incidenti. Se la prova funziona, se i piedi e le gambe si sono abituati a camminare per alcune ore, si può aumentare gradualmente la lunghezza e il dislivello delle escursioni, mettendo sulle spalle uno zaino con pesi crescenti.
Quotidianamente, poi, ogni occasione può essere buona per passeggiare e camminare di più, rinunciando costantemente all’ascensore per fare le scale a piedi. Va bene anche allenarsi in palestra, con la corsa, la piscina o il ciclismo, sport che attivano grandi masse muscolari fondamentali per le prestazioni fisiche che attendono. Pure il sistema cardiocircolatorio deve adeguarsi al passo, al ritmo e alle nuove sollecitazioni. L’obiettivo è spingere l’organismo fino alla stanchezza ma mai fino all’esaurimento, ottimizzando il potere di recupero, migliorando la resistenza e la capacità di rigenerarsi dopo un intenso esercizio fisico prolungato.
Diversi studi dimostrano che camminare abbassa lo stress, stimola la produzione di endorfine e sensazioni positive di benessere e ottimismo, e se lo si fa nella natura è ancora meglio. perché secondo uno studio australiano si ridurrebbe il rischio di ipertensione, colesterolemia e iperglicemia. Per entrare in forma c’è bisogno anche di una disciplina alimentare perché percorrere fino a 50/60 chilometri al giorno richiede un grande dispendio energetico quindi è necessario seguire una dieta adeguata sia dal punto di vista calorico e vitaminico.
I camminatori fanno una ricca colazione, facilmente digeribile ed altamente calorica: thè, succhi multivitaminici, yoghurt, cereali integrali, biscotti e pane tostato con la marmellata. Di giorno un panino integrale al formaggio o prosciutto. Il pasto serale serve, infine, a reintegrare le perdite energetiche e i sali minerali. Sconsigliato eccedere con carne e salumi, perché così si aumenta il livello di acido urico, già prodotto con lo sforzo fisico, meglio quindi minestre di cereali e legumi, verdura, formaggi e uova.
Prepararsi mentalmente è tanto importante quanto l’allenamento fisico. Non è facile affrontare il freddo, gli acquazzoni estivi, le avversità, le attrezzature imperfette e soprattuto le vesciche ai piedi nate sui sentieri se non si possiede l’adeguata forza mentale che ci vuole per compiere una lunga camminata. Specie se si decide di fare un trekking in solitaria.
Finora abbiamo parlato degli aspetti naturalistici e salutistici, affrontiamo ora i risvolti economici e sociali del turismo sostenibile e, alla luce di ciò che sta succedendo in questi mesi, solidale. Attraverso una vacanza diversa rispetto a quella cui si è abituati, si possono scoprire le grandi bellezze nascoste sulle colline, sui monti e nelle aree rurali che caratterizzano le regioni italiane. Itinerari una volta percorsi da pellegrini, eserciti, personaggi del gran tour, ma anche pastori e briganti, oggi accessibili anche ai meno esperti che vogliono approfittare del cosiddetto turismo lento. Un modo nuovo per valorizzare lo sviluppo socio-economico ma anche per tutelare i paesaggi, la ricca biodiversità, e le viabilità secondarie dei territori e delle aree interne. L’importante è ricordare sempre che non ci si può improvvisare camminatori: bisogna programmare, studiare i luoghi, le mappe e le attrezzature più indicate (a partire dalle scarpe), informarsi sul meteo, allenarsi fisicamente e mentalmente alla fatica. Poi si potrà partire e, sembra, che tutti quelli che arrivano alla fine parlano con fierezza di sentirsi non solo migliori ma anche felici.
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