Il 23 agosto 1989 è una data che nei Paesi Baltici è difficile da dimenticare. 2 milioni di cittadini, dandosi la mano crearono una catena umana che si snodò per ben 600 chilometri, da Tallin in Estonia, a Riga, capitale della Lettonia fino a Vilnius in Lituania. I media internazionali la definirono la rivoluzione cantante, perché i dimostranti non smisero mai di cantare, ma ci vollero altri tre anni prima che il Cremlino riconoscesse l’indipendenza delle Repubbliche Baltiche e altri tre perché le truppe sovietiche, nel 1994 lasciassero definitivamente il territorio estone.
Fu nel 2004 che l’Estonia entrò a far parte dell’Unione Europea e della Nato. Era stato nel 1938 che a seguito del patto Molotov-Ribbentrop siglato da Stalin e Hitler, che l’Estonia entrò nella sfera d’influenza sovietica ed ebbero inizio una feroce e sanguinosa repressione e le deportazioni in Siberiasenza ritorno. Durante il periodo sovietico, furono trasferiti in queste aree un gran numero di russi – per farli lavorare nel’industria pesante, si disse allora – ma lo scopo principale era la russificazione del paese. Una politica attuata anche in altre Repubbliche che ha ovunque lasciato enermi problemi di frattura sociale perché il passato sovietico ha profondamento segnato la popolazione con cicatrici visibili e, talvolta invisibili ma molto più profonde.

Il confine virtuale e simbolico tra presente e passato, può essere fissato nella cittadina di Rakvere, a metà della statale E20 che con i suoi 220 Km da Tallin conduce a Narva. Nei secoli, infatti è stata teatro di sanguinose battaglie combattute, con alterne fortune, per conquistarvi la fortificazione posta sulla collina. Dopo Rakvere la componente della popolazione di origine russa cresce a scapito di quella estone, fino a raggiungere il 98% a Narva. Crescono anche i segni di quella che fu la militarizzazione della costa, come sturmento di sicurezza nazionale da un possibile ttacco dal mare verso quella che allora si chiamava Leningrado, ma ci sono ancora i resti della città mineraria Kohtla-Jarve e delle miniere di Kohtla-Nomme, dove i Sovietici estraevano l’olio di scisto, una forma di petrolio oggi più noto come shale oil. Oggi, elmetto in testa, si può scendere cunicoli in un’interessante escursione nella profondità della terra. Ci si trova all’interno del Parco Nazionale Lahemaa regno di pescatori, contrabbandieri, antichi Vichinghi che ospita foreste abitate da orsi, volpi, linci, caprioli e alci e splendide baie, laghetti e cascate conosciute solo ai locali, e nelle cui vicinanze i Sovietici avevano nascosto la base navale sottomarine, ormai in disuso e abbandonata che è stata scenario del film Caccia a Ottobre Rosso.

Piccole e grandi curiosità cui si aggiungono le rovine di antichi castelli medievali come quello di Toolse. Nella città di Sillamae, sulla costa, fino al 1991 si trovavano le miniere di uranio, e oggi rappresenta le vtestigia e la più fedele testimonianza dell’architettura neoclassica stalinista, costruita dai prigionieri politici e tenuta così segreta da non figurare nemmeno sulle mappe dell’epoca. Alla fine della strada, c’è Narva che ufficialmente segna il confine fra l’Unione Europea e l’attuale Russia. Si tratta della terza città estone ma, ma come detto solo il 2% non è russo. Lo dimostra l’atmosfera triste dei palazzi dormitorio, costruiti dopo che nel 1944 la città fu totalmente distrutta dai bombardamenti.
Una visita può racchiudersi in tre momenti: il Municipio della città Vecchia, la grande Chiesa dedicata allo Zar Alessandro e l’imponente Castello Hermanche con i suoi bastioni per secoli ha fronteggiato l’altrettanto immensa fortezza rivale russa di Ivangorod, posta sull’altra riva del fiume. Il ponte che unisce le due sponde rappresenta la terra di nessuno per cui, fin dall’antichità si sono battuti cattolici contro ortodossi, russi e svedesi, russi ed estoni, e per ultimi russi e tedeschi.

Per chi vuole passare un paio di giorni di relax, a solo 15 minuti di auto dal centro città si possono trovare le spiagge di Narva-Jõesuu, che rappresentano il più importante luogo turistico estivo per gli estoni di lingua e origine russa, ma anche per i russi che arrivano qui fin da San Pietroburgo attratti dalle decine di chilometri di spiagge dorate che costituisco l’estremo lembo dell’Unione Europea. Il confine estremo è segnato dalla foce del fiume Narva e un normale nuotatore non impiegherebbe più di pochi minuti ad attraversarlo, ma questo è vietato in entrambe le direzioni e si richia l’arresto. Non esiste un vero villaggio ed è possibile immaginare che la località balneare si è venuta a sviluppare ai lati di due lunghi stradoni che corrono paralleli alla spiaggia lungo il bosco sempreverde. Il primo e più antico è percorribile solo a piedi o in bicicletta. Il secondo più esterno è quello dedicato alle macchine o ai pulmmann pubblici e gratuiti che durante la stagione lo percorrono ininterrottamente per permettere ai turisti di abbandonare la macchina ed evitare ingorghi e inquinamento. All’incirca a metà della pineta c’è il vecchio stabilimento termale, nato come sanatorio e oggi trasformato in un più moderno mix di terapie e benessere termale.


Perché ciò che successo negli ultimi vent’anni è che anche da queste parti si è scoperto il fascino del wellness e cosme possa ampliare una stagione turistica altrimenti ridottisssima. Quasi impossibile allora, senza prenotazione trovare alloggio in uno dei moderni Alberghi SPA sorti rapidamente per accontentare la richiesta. Due i nostri suggerimenti che sicuramente sapranno soddisfare i gusti italiani: il lussuoso Meresuu SPA Hotel, affacciato sul mare con il suo paradiso dell’acqua e l’importante Sauna Center, con circa 10 tipologie interne ed esterne, e masters esperti nel proporre i vari rituals, una sauna in un’esperienza. L’altro è il Noorus il più nuovo SPA Hotel in Estonia, più grande e frutto di un ampliamnto di una struttura antica. Un totale di 114 stanze, e la più grande SPA del Paese che include un enorme spazio fitness, un parco acquatico e un ampio mondo delle saune (14). Entrambi gli alberghi non sono a basso costo, e il servizio risente in parte dell’atmosfra vecchio stile sovietico, così come il cibo non ancora di livello internazionale. Inoltre va tenuto presente che essendo una destinazione familiare i bambini sono ammessi ovunque anche nelle SPA. Nonostante tutto, per un paio di notti l’esperienza e i panorami che si godono al tramonto sulla spiaggia valgono sicuramente la pena.
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