Il dottor Antonio Maone è un medico dello sport, che negli ultimi anni si è appassionato alla divulgazione di strategie nutrizionali e comportamentali volte al benessere personale e alla prevenzione e gestione delle malattie croniche. L’esito del suo percorso di studio e approfondimento ha preso il nome di Wellness Molecolare, basato sulla conoscenza delle “molecole chimiche informazionali” che collegano le cellule del nostro corpo e hanno un effetto determinante sul benessere dell’individuo.
Per affrontare l’inverno alle porte può aiutare un approccio che asseconda i segnali che riceviamo, permettendo così di ritemprarci e rigenerarci. “Impariamo a rispettare il nostro corpo seguendo il ritmo delle stagioni”, suggerisce il dottor Antonio Maone. “Sono cinque le aree su cui ciascuno di noi può intervenire per ottenere miglioramenti tangibili in termini di benessere.”
I ritmi incessanti rischiano di farci perdere la naturale alternanza tra lavoro e riposo, sonno veglia, fondamentali per il nostro benessere. Quali sono i campanelli d’allarme? Stanchezza eccessiva, difficoltà ad addormentarsi o frequenti risvegli notturni, palpitazioni improvvise; nervosismo e scatti d’ira; malumore diffuso o disturbi muscolari, come contratture e mal di schiena, e gastrointestinali, come reflusso, bruciore di stomaco, diarrea. “Di fronte a disturbi del genere, il primo passo è quello di consultare il medico curante. Una volta esclusi altri problemi scatenanti, evidentemente la causa principale è il mancato riposo mentale. A questo punto bisogna porsi una domanda ben chiara: cosa devo cambiare del mio lavoro e della mia giornata e in che modo?” , spiega il dottor Antonio Maone. La prima area di azione in cui cercare una soluzione prevede di programmare un micro pausa ogni 60-90 minuti di lavoro, per sgranchirsi le gambe, prendere una boccata d’aria o bere un bicchier d’acqua. In pausa pranzo è bene concedersi 10-15 minuti di riposo attivo, trovando una posizione comoda dove chiudere gli occhi e rilassarsi.
Dormire non è una perdita di tempo, anzi, è la fase in cui si ricaricano le scorte di neurotrasmettitori come la dopamina e la serotonina, fondamentali per la regolazione dell’umore, della creatività e dell’appetito. Gli studi scientifici confermano che 7-8 ore di sonno sono il minimo indispensabile per un recupero ottimale: la seconda area di intervento è suggerita a tutti. “Chi non riesce a concedersi le canoniche otto ore di riposo notturno può compensare con una breve pausa pomeridiana di 20 minuti al massimo. Non è indispensabile dormire profondamente ma si può stare anche in uno stato di dormiveglia, in un ambiente lontano da fonti di disturbo e di distrazione. Anche la dieta può essere d’aiuto, aumentando la dose di cereali integrali a cena ed evitando tè e caffè nella seconda parte della giornata”.
“Bisogna applicare il concetto dell’alternanza anche nel proprio stile di vita”, avverte il dottor Maone. “Posto che il nostro cervello non riesce a rimanere al massimo regime per più di due ore, molte ricerche confermano che il massimo potenziale del benessere si raggiunge alternando attività e recupero, purché entrambi siano di qualità”. Ogni 7 giorni bisogna ritagliarsi un giorno in cui “staccare” completamente, evitando anche le mail, i messaggi di lavoro e le ricerche su Internet. L’ideale sarebbe immergersi nella natura per una giornata intera con risultati inaspettati per la gestione dello stress.
“Questo è il momento migliore per pianificare un programma di allenamento che incrementi la forza muscolare, in vista della stagione invernale e della settimana bianca di rito. Questo risultato non dipende tanto dal tipo di esercizio, quanto dalla sua intensità. La massa infatti aumenta quando si dà al muscolo uno stimolo abbastanza intenso da stressarlo, facendolo un po’ soffrire”. Sempre sotto la guida di un personal trainer, si può scegliere fra allenamento con macchine, funzionale o a corpo libero.
Per concludere, conoscere le strategie per attivare i sensori che contrastano l’invecchiamento cellulare, prevengono o rallentano le malattie può essere un’altro campo d’azione per aiutare il nostro corpo. “Il fattore di trascrizione nucleare eritroide-2 Nrf2 del gene NFE2L2 è un interruttore che, una volta acceso, va a decodificare sul DNA cellulare una varietà di geni deputati a produrre enzimi protettivi e riparativi”, conclude il dottor Maone. “La cosa interessante è che questo sensore è molto sensibile ai polifenoli contenuti nella frutta e nei vegetali di stagione. Tra i più importanti attivatori ci sono proprio il frutto e il succo di melograno, particolarmente ricchi di polifenoli come l’acido ellagico”.
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