Ho visto cose che voi umani – dice nel monologo finale il protagonista del film Blade Runner – non potreste neanche immaginarvi... È questo dialogo che mi viene in mente mentre percorro al volante di una fiammante Porsche Boxter le tortuose strade di montagna che, partendo da Naturno penetrano nel cuore della Val Venosta, in provincia di Bolzano. Non avevo mai provato l’emozione di guidare un bolide cabrio su strade strette e sicuramente poco trafficate, ma non per questo meno impegnative. Facciamo parte di un gruppo di giornalisti invitati dalla catena dei “DolceVita Hotels”, per farci conoscere, in un modo diverso, luoghi naturalisticamente perfetti e stimolanti, con l’aggiunta di impeccabili trattamenti benessere offerti all’interno di strutture accoglienti e di qualità e tradizione alpina. Un soggiorno che ci permetterà di visitare due dei cinque Hotel Dolce Vita, distribuiti nel raggio di 11 km, tutti insigniti dell’HolidayCheck Award.
La nostra base di partenza è il Preidelhof Hotel a Naturno, situato in posizione panoramica sul Monte Sole, ai piedi del Parco Naturale Gruppo di Tessa – tra vigneti e frutteti. Intorno all’hotel il particolare miroclima del fondovalle da vita a palme, cipressi, kiwi, magnolie mentre a distanza si vedono i verdi alpeggi in fiore sul Monte Sole e gli imponenti tremila del Gruppo dell’Ortles ricoperti dal ghiaccio eterno. La struttura ha 50 camere ed è specializzata in soggiorni relax e offerte benessere, in particolare per le coppie, che d’estate hanno la possibilità di utilizzare una terrazza privata con jacuzzi e sauna all’aperto. La loro SPA, copre ben 2.600 mq con centro estetico, zone massaggio e sette saune, fra cui la nuovissima Sky SPA, posta sul tetto dell’edificio e con il panorama che solo le Alpi possono offrire, cinque piscine coperte e scoperte con acqua riscaldata. Dopo un’abbondante colazione mattutina, ad attenderci fuori dalla hall del vicino Dolcevita Hotel Lindenhof c’erano le nostre Porsche.
Il resort benessere Lindenhof, è stato progettato con materiali moderni nella tradizionale tirolese. Il legno di alberi tradizionali come il larice e il pino cembro nelle camere, nel ristorante e nel centro benessere si combinano con la pietra e il marmo della Val Venosta. In cinque minuti l’asfalto scorreva veloce sotto le nostre ruote, portandoci attraverso Bolzano e la Val d’Ega, e accompagnandoci fino a 1.534 metri di altitudine, al cospetto di quello che in lingua ladina è chiamato il “Leg de Ergobando”, ossia il “lago dell’arcobaleno”, altrimenti noto come Lago di Carezza. Molte leggende altoatesine provano a spiegare la bellezza di questo specchio d’acqua privo di immissari visibili. Secondo la più curiosa, fu lo stregone del Latemar a far comparire uno stupendo arcobaleno sopra il lago, allo scopo di conquistare la bellissima ninfa Ondina. Appena quest’ultima uscì dall’acqua incuriosita, alla vista dello stregone si dette alla fuga, e lui, arrabbiato per il rifiuto, prese l’arcobaleno e lo infranse sulla superficie del lago, che da allora riflette tutti i colori dell’iride.
Dopo la sosta, il rombo del motore ci riporta in strada, pronti ad affrontare i 28 tornanti che, superata Canazei, ci portano a 2.239 metri d’altezza, sul meraviglioso Passo Pordoi, sulla Strada delle Dolomiti costruita agli inizi del ‘900 per collegare Bolzano con Cortina. Sullo sfondo, le montagne del gruppo del Sassolungo, della Sella, la Marmolada e il suo ghiacciaio. Era qui che viveva Maria Piaz, la “madre del Pordoi”, nata a Pera di Fassa, alla cui tenacia si deve gran parte dello sviluppo dell’economia turistica del passo. Con l’aiuto del padre, il famoso alpinista Tita Piaz, acquistò una baracca ristoro, poi rasa al suolo durante la Prima Guerra Mondiale, e da allora fu attiva promotrice del turismo locale e della costruzione, avvenuta nel 1961, della funivia del Sasso Pordoi, una delle prime delle Dolomiti. A distoglierci dalla contemplazione del panorama, oltre alla voglia di montare nuovamente sulla nostra Porsche, c’è anche un discreto appetito, e 24 km dopo ci troviamo sulla funivia dello Ski Carosello Corvara: siamo in Val Badia. Canederli in brodo e frittelle di spinaci sono parte del nostro menù nel ristorante “Il Moritzino”, a Piz la Ila.
In questa valle d’altura, che gode di un panorama mozzafiato, anche d’estate, quando gli sport invernali sono impraticabili, si organizzano escursioni di nordic walking, speleologia, skyrunning o semplice trekking fino a 2.100 metri d’altezza. Sulla via del ritorno verso il Preidlhof, sosta obbligata nella storica cantina di San Michele Appiano, nel cuore della rinomata “strada del vino” che dal lago di Caldaro arriva alla conca di Bolzano. Il Gambero Rosso ha premiato il direttore Hans Terzer, descrivendolo come uno dei dieci migliori Winemaker del mondo, e la sua azienda, che può vantare più di un secolo di attività, è da considerarsi fra le più affermate dell’Alto Adige e di tutta Italia.
Il nostro giro si conclude ancora davanti all’hotel Lindenhof, ed è incredibile che siano passate solo una decina di ore da quando l’escursione ha avuto inizio. Resta la certezza che difficilmente potremmo riuscire a dimenticare questa esperienza nelle Dolomiti, segnata dall’adrenalina della guida in una location che naturalisticamente non ha eguali al mondo. Ma questa opportunità non è riservata esclusivamente a un gruppo di giornalisti fortunati, perché gli elementi raccontati, dal relax, al benessere, alle scoperte enogastronomiche locali, finanche al noleggio della Porsche, sono a disposizione di tutti gli ospiti che passeranno da queste splendide valli.