Trapani è una città da visitare lentamente, per scoprire il suo passato ammirando la bellezza dei monumenti, le ricchezza delle chiese, l’eleganza dei palazzi nobiliari. Circondata dal mare, protagonista assieme a sole e vento di un’atmosfera quasi sospesa, la porzione di centro storico distribuita in una ridotta lingua di terra è ricca di suggestivi angoli che testimoniano l’identità locale, come il porticciolo di Porta Botteghelle, da cui si può raggiungere la spiaggia sotto le Mura, la Torre di Ligny, oggi sede del Museo Antropologico e la chiesetta di San Liberale, costruita sugli scogli dai pescatori di corallo nei primi del seicento. Tracce fenicie, cartaginesi e romane non sfuggono a un occhio attento, ma Trapani è senza dubbio legata al dominio arabo, che si palesa nell’arte e nella letteratura, nelle rinomate contaminazioni della cucina locale, nel ricco vocabolario del dialetto e nel fitto ordito delle vie del centro storico.
Sono proprio queste vie a ospitare da pochi mesi un interessante esperimento di contaminazione, che ha portato l’architetto fiorentino Simone Micheli a lavorare sul recupero di una struttura del ‘700 che oggi è offerta al pubblico sotto il nome di Palazzo Gatto Art Hotel & SPA. Significative le parole di Micheli, che ha curato il progetto d’interior design e illuminotecnico.“Partendo dalla conoscenza del territorio abbiamo plasmato il materiale a nostra disposizione per dare vita a una struttura poliesperienziale: con il proprietario Salvatore Imbordino non volevamo semplicemente realizzare un hotel ma arrivare a un luogo contaminato e contaminante capace di inebriare l’ospite, in una formula che combina passato, presente e futuro in maniera osmotica”.
Corto circuito è probabilmente la parola chiave per comprendere l’intervento che è stato condotto e, di fatto, ha portato la struttura a ottenere 4 stelle ed essere affiliata alla BW Premier Collection: gli arredi fluidi ed essenziali richiamano lo spirito francescano, i colori tendenti al crema sono valorizzati dalla pietra locale scelta per rivestire la superficie. “La radice che collega il segno della tradizione al mio intervento – continua l’architetto Micheli – è rappresentata da un’astratta riflessione sul senso della decorazione siciliana. Dopo averne interiorizzato il concetto sono riuscito a trasformarlo, grazie alle esecuzioni dell’artista Pippo Torcivia, in concrete, manifeste e contemporanee tracce di bellezza. Piccole e grandi opere ceramiche, caratterizzate da una voluta semplificazione, alterazione, interpretazione del tipo espressivo proprio della sicilianità, compenetrano lo spazio come elementi indispensabili di un’unica straordinaria totalità.”
Gli arredi sono stati disegnati per potersi inserire in uno spazio pensato per raccogliere al suo interno anche una proposta artistica da viva e dinamica galleria, all’interno della quale poter anche acquistare ciò che si vede. Dalla hall agli spazi comuni, fino alle camere, alcune frasi d’ispirazione pirandelliana arricchiscono la formazione di un’identità molteplice ma definita, per proporre un soggiorno da vivere nella consapevolezza che le scoperte non finiscono mai, e nell’hotel può esserci molto altro a disposizione. La luce, come elemento materico, svolge un ruolo strategico per valorizzare volumi e geometrie, in un dialogo continuo che porta all’attenzione degli ospiti intriganti contenuti narrativi ed estetici.
Le 19 fra camere e suites, divise fra Superior, Deluxe, Family, Exclusive e Royal, sono luoghi intimi, che fondono poesia, bellezza, benessere e attenzione alle necessità, in una formula che punta a dare piena soddisfazione a chi vive questi spazi. La pietra d’Avola di origine organica, mantenuta intatta nelle maestose gradinate che congiungono i livelli di Palazzo Gatto, rappresenta un omaggio alla tradizione artigianale della Sicilia, per una dimensione sospesa fra spazio e tempo, con forme morbide e uno stile arrotondato che successivamente si ritrovano nello spazio dedicato al Front Office dell’hotel, così come nelle testate dei letti per un sonno morbido e rigenerante. Con un intervento fondato da semplicità e coerenza, si è lavorato anche sull’area bagno per rimandi concettuali: “Gli ospiti dell’hotel sono pensati per essere i protagonisti di una scena caratterizzata da un pieno coinvolgimento – puntualizza Micheli – in un continuum che oltrepassa lo spazio-tempo e stabilisce una solida e insolita relazione con l’altro anche attraverso la materia. La pietra che riveste i pavimenti delle camere, infatti, entra nei bagni e, invadendo completamente questo ambito spaziale, crea unità. Le vetrate serigrafate fungono da soffice deterrente, lasciando all’ambiguità lo spazio che merita e al confine tra vista e immaginazione un ruolo centrale. Gli elementi che plasmano lo spazio sono puri, manifesti, ad alta definizione, pensati con l’obiettivo di tradurre la complessità del nostro tempo in semplicità. L’unica nota di colore, che catalizza l’attenzione, è data dal lavabo, che richiama i toni che caratterizzano le decorazioni presenti in ogni stanza.”
Fuori dalla camera, gli ospiti possono avvalersi anche dei servizi della SPA, un ambiente che raccoglie sauna, bagno turco, doccia emozionale, piscina idromassaggio, stanza del sale e zona relax: il centro benessere è definito da spazi in cui la luce si inserisce anche grazie all’alternarsi di specchi e murature, per permettere all’occhio di percepire gli ambienti spaziali come uno stimolante percorso. Il filo conduttore che lega l’identità delle camere e degli spazi comuni è qui ripreso dai dischi ceramici. Le emozioni sono amplificate da una gradazione di rosa che si lega alla sfera emozionale, oltre alle linee semplici, morbide e sinuose che avvolgono gli interni dello spazio. Immancabili una visita alla cantina dove è possibile approfittare della curata lista dei vini, in particolare concentrata su quanto il territorio siciliano è in grado di proporre dal punto di vista enologico e un momento di relax su rooftop, per godere della vista di Trapani dall’alto, comodamente sdraiati in una vasca idromassaggio.
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